L'anemia mediterranea, detta anche microcitemia dal suo sintomo più evidente, è il nome con il quale è comunemente conosciuta l'eterozigosi per la beta-talassemia.
-Epidemiologia e cenni storici-
Una breve nota informativa stampata sul retro di un certificato di microcitemia rilasciato nel 1993 riassume le caratteristiche e i rischi della malattia, come prevenirla e le zone di maggior diffusione in Italia.La malattia si è diffusa quasi esclusivamente nelle zone in cui era presente la malaria, in quanto le caratteristiche anomale dei globuli rossi degli individui affetti da microcitemia impediscono o ostacolano il completamento del ciclo di vita del plasmodium, l'agente infettivo della malaria.
Per questo motivo nelle zone malariche sono sopravvissute in maggior numero le persone portatrici della talassemia minor rispetto agli altri individui sani; a causa di ciò la percentuale di ammalati di talassemia aumenta e di conseguenza aumenta la possibilità che vengano concepiti figli ammalati in forma grave.
In seguito i flussi migratori hanno portato la microcitemia a diffondersi anche in altre zone.
In Italia le zone di maggior diffusione sono il Delta del Po, la Sardegna e la Sicilia con un'incidenza tra il 9 e il 14% della popolazione, per un totale di circa 7000 pazienti, ma si sta diffondendo anche in altre regioni quali Calabria, Puglia, Lombardia, Liguria e Piemonte.
-Segni e sintomi-
Un documento che certifica la microcitemia specifica anche le analisi che venivano eseguite nel 1979 per giungere alla diagnosi della malattia.La microcitemia di per sé non dà disturbi di rilievo e generalmente l'unico sintomo è la microcitosi (da cui deriva il nome della malattia) accompagnata da una leggera deformazione dei globuli rossi; può essere diagnosticata solamente tramite esami di laboratorio, quali ad esempio:
dosaggio Hb A2
emocromo
resistenze osmotiche globulari
morfologia emazie
È comune una leggera ipertrofia del midollo osseo, in particolare degli zigomi e delle ossa del cranio, e la conseguente leggera ipertrofia della milza, in quanto organo dedicato rispettivamente alla produzione e alla distruzione dei globuli rossi (la vita media dei globuli rossi nei microcitemici è inferiore al normale e quindi il corpo ne deve produrre in maggiore quantità e con maggiore frequenza).
In casi rari la microcitemia si accompagna anche ad anemia e conseguente astenia, mentre alcuni studi citati nella versione in lingua inglese dimostrano che la microcitemia risulta essere un fattore di rischio per asma e psicosi maniaco-depressiva.
-Trattamento-
Trattandosi di una malattia quasi completamente asintomatica, la microcitemia non necessita di trattamenti se non qualche cura a base di acido folico, di vitamina B o ferro in periodi di debolezza, per esempio durante l'inverno o un'influenza.
Per quanto riguarda l'assumere integratori a base di ferro, è comunque consigliabile verificare i livelli della ferritina e degli altri indicatori per assicurarsi di avere una vera e propria carenza, e non andare in contro a lieve emosiderosi secondaria
-Prevenzione-
Trattandosi di una eterozigosi, il termine prevenzione si applica a evitare l'insorgenza della beta-talassemia grave. È indispensabile che una persona microcitemica non abbia discendenti con un'altra persona microcitemica per scongiurare il rischio di trasmissione della malattia ereditaria.
Nelle zone a maggior diffusione della malattia è prevista l'analisi di tutta la popolazione, in modo da individuare le persone affette da microcitemia e informarle sui rischi di trasmissione alla prole. Nelle altre zone è affidato all'individuo microcitemico il compito di effettuare l'analisi sulla propria discendenza. Una persona può avere per molte volte durante un anno la febbre,perciò conviene fare l'esame della microcitemia.Tutti coloro che hanno piu di 10 anni dovrebbero fare l'esame in ospedale.